Ora è possibile varcare i cancelli di Villa Erba grazie alla piattaforma The Origin di Orticolario, che con un’esperienza virtual tour 3D permette di immergersi negli ambienti del parco, del centro espositivo, della Villa Antica e delle segrete; un viaggio tra bellezza, eleganza e suggestioni incorniciate dalla meraviglia del Lago di Como, delle sue montagne e dei suoi riflessi poetici.
È la voce di Anna Gastel, nipote di Luchino Visconti, che accompagna il fruitore nel viaggio alla scoperta di Villa Erba, come racconta in una ricca intervista pubblicata dalla rivista «ELLE», tra ricordi e storie di famiglia.
Anna Gastel ricorda come la sua famiglia si sia suddivisa la villa, sempre con la promessa di rimanere uniti e coglie l’occasione per correggere alcuni dettagli sulla storia dei suoi cari e degli ambienti che hanno accolto parte delle loro vite. A differenza di come spesso si legge, Villa Erba non era la villa di Luchino Visconti: era la villa di suo padre e di suo nonno; per il regista rimarrà un prezioso ricordo d’infanzia e non diventerà mai set di alcun film. Anna Gastel ricorda come lo zio vi sia ritornato durante la convalescenza e come sua madre abbia abbattuto un muro tra le scuderie e la sala di ginnastica affinché Luchino vi mettesse la cinepresa. Per la famiglia fu l’occasione per entrare in contatto con la vivacità culturale di cinema e teatro, italiano e non solo.
Anna Gastel si sofferma sulla figura della nonna Carla, donna imprenditrice all’avanguardia proiettata al futuro, e ne ricorda il forte carattere e l’impegno sociale e civico. Racconta poi come erano organizzate le giornate a Villa Erba tra educazione, cultura e natura.
Nel ripercorrere gli ambienti della villa affacciata sul lago comasco, si percepiscono l’affetto provato per quegli ambienti d’incanto e la forza del rapporto familiare, la cui importanza emerge anche nelle pellicole di Luchino Visconti: «Avevamo persino un lessico familiare solo nostro con il quale ci capivamo tra fratelli: bastavano pochi frammenti di frasi per ricordare storie passate. Era il nostro modo allegro e vitale di stare insieme».
È proprio la figura di Luchino Visconti che viene approfondita da Anna Gastel, che ne ricorda la passionalità, gli eccessi e la voglia di vivere: «Aggredire la vita, questo era il suo motto. Per me quella fu una grande scuola di attenzione per i particolari, di volontà di perfezionismo e di personalità»; ma ad essere ricordata è anche la generosità di Luchino, insieme alla nota di malinconia che mai abbandonerà il regista.
L’intervista si chiude con ciò che Anna Gastel sente di voler conservare: «Quello che resta di quell'epoca è l’importanza di non perdersi nella vita, di inventarsi, di avere un sogno e di realizzarlo per sé e per gli altri con la forza di chi ci crede», una riflessione ottimista e piena di forza e speranza che può diventare un augurio per ognuno.
In un’epoca in cui spesso incertezza e dubbio prendono il sopravvento e in cui le condizioni richiedono di mantenere le distanze, le necessità possono essere trasformate in ricchezza grazie alla tecnologia sfruttata con saggezza e alla condivisione di storie ed emozioni, portando la bellezza del Lago di Como e l’eleganza di Villa Erba ovunque ci si trovi.
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